Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 2, Classici italiani, 1824, VIII.djvu/164

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806 LIBRO consulenti, e se ne loda singolarmente la faticosa attenzione nel raccoglier le sentenze de’ più antichi giureconsulti, benchè talvolta ella degeneri in oscurità e in confusione. Alcuni ne • hanno parlato con biasimo; ma ciò non ostante ha ottenuto i soprannomi gloriosi di padre della verità, e di aureo ed immortale dottore. Molte son le opere legali che ne abbiamo alle stampe, come i Comenti sul Digesto e sul testo dei Decretali e sulle Clementine, oltre i molti Consigli ed altri trattati, de’ quali veggansi il Fabricio (loc. 2.) e i compilatori delle Biblioteche di giurisprudenza.

XXV. Due concorrenti e rivali ebbe Alessandro, uno in Padova, l’altro in Bologna, e con amendue ebbe frequenti contese. Bartolom* meo Cipolla veronese, e Andrea Barbazza siciliano. Del Cipolla, dopo il Panciroli (c. 113), han parlato il marchese Maffei (Ver. illustr. par. 2, p. 103 ed. in-S), c ultimamente il Facciolati (Fasti Gymn. pat. pars 2, p. 43) dopo gli altri storici dell’università di Padova. Egli apprese la giurisprudenza in Bologna, e fu scolaro di Paolo da Castro e di Angiolo d’Arezzo. Passato a Padova, cominciò nel 144^ a sP*e~ gare ne’ dì festivi il Decreto dell’Immunità ecclesiastica a spese di Pier Donato vescovo di quella città. Poscia nel 1458 fu nominato lettore ordinario di Diritto canonico collo stipendio di 100 fiorini d’oro, che gli fu poi raddoppiato, e finalmente accresciuto fino a’ 300. Ivi, come si è detto, ebbe a suo competitore Alessandro da Imola, con cui disputò lungamente intorno all’onore della precedenza. Nè