Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 2, Classici italiani, 1824, VIII.djvu/190

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83 a libro cavallo, t. pareggiane, e scavalcò a Palazzo; e subito si de’ a terra la Balia populare, e fero ancora nuova Balia d ogni Monte cinque (ib. p. 822). Dopo questa spedizion militare dovette Bartolommeo tornarsene a Pisa, ov’egli continuò ancora per molti anni. Grandi cose il Panciroli ci narra della emulazione e delle contese ch’ivi ebbe Bartolommeo con Giason del Maino: e dice fra le altre cose che Lorenzo dei Medici andossene una volta a Pisa per udirli contender tra loro, e che in questa disputa sentendosi Giasone stretto dal suo avversario , per isfuggirgli di mano , finse a capriccio un testo a sè favorevole. Di che il Soccino avvedutosi con egual prontezza ne finse un altro tutto contrario, e avendogli chiesto Giasone, ove mai avesse egli trovato quel testo , presso a quello, rispose il Soccino, che tu hai or ora recato. Io non so quanto sian fondati cotai racconti, i quali, come abbiamo altre volte osservato, s’incontran sovente nelle Vite de’ giureconsulti, senza che si accenni l’autorità a cui sono appoggiati.

XXXIV. Frattanto la fama sparsa dell’ingegno e del saper del Soccino avea risvegliato ne’ Veneziani gran desiderio di averlo alla loro università di Padova. L’avean essi invitato, come il Facciolati afferma (Fasti Gymn. pat pars 2, p.), fin dal 1470; ma allora egli non volle abbandonar la sua cattedra. L’anno 1489) lo invitaron di nuovo coll’ampia offerta di oltre a mille ducati annui. E questa offerta parve al Soccino non dispregevole, e determinossi perciò ad accettarla, e a partire segretamente da