Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 2, Classici italiani, 1824, VIII.djvu/253

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SECONDO 89.5 e basti il riflettere clic* questi nato nel 1454 non avea che tredici anni quando Mariano morì; ma forse qui si parla di un altro Angiolo Poliziano che era della famiglia de’ Bella r in ini, di cui si fa menzion nelle Lettere di Ambrogio camaldolese (l. 2, ep. 13; l. 25, ep. 16).

IX. Non così possiam dubitare di ciò che di lui narra Enea Silvio nell’elogio poc’anzi accennato (De dict, et fact Alph. reg. l. 3, c. 27; l. 1, ep. 112, 113). Ei ci descrive Mariano, come uomo di sì pregevole tratto e di sì vasto sapere, che non si potea sì facilmente sperare di vedere l’uguale. Uomo di picciola statura, e che perciò, dice scherzando Enea Silvio, dovea nascere della mia famiglia de’ Piccolomini. ma uomo eloquente, dotto nell’una e nell’altra giurisprudenza, versatissimo nelle storie. valoroso poeta così nella lingua latina come nella toscana, in filosofia quasi un altro Platone, un nuovo Boezio nella geometria, nella scienza de’ numeri un nuovo Macrobio. Non v’era musicale stromento di’ ci non sonasse. Era ancor peritissimo nell’agricoltura e nell’esercizio di tutte le arti liberali. Quando era giovine, non avea chi lo vincesse nel corso, nel ballo, nella lotta. Che più? «’.gli era finissimo dipintore, e il Panciroli dice che ancor se ne conservano in Siena gli stemmi della sua e di all re sette famiglie alla sua attinenti, da lui disegnati e vagamente dipinti. Era egli innoltre il più elegante scrittore; era scultore insigne; era ottimo medico. A questi pregi aggiugnevansi quelli delle morali virtù. Splendido e liberale avea sempre la casa piena di ospiti e