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SECONDO QQI il pontefice una causa non già del re. come si narra dal Panciroli, ma della provincia della Puglia, come affermasi dal Barozzi, e fu eletto avvocato del concistoro de’ cardinali, e poscia ancora dei poveri.

XII. Fin qui ogni cosa era riuscita prosperamente al Roselli. Ma il vedersi deluso nelle speranze che sul favor del pontefice avea fondate, lo irritò per modo, che non temette d’incontrarne lo sdegno. Giovanni Bertacchini, che fu scolaro in Padova dello stesso Roselli, racconta (De Episcopo, l. 3, qu. 25) che Eugenio IV gli avea data parola di onorarlo della sacra porpora in ricompensa di ciò che per lui avea fatto nel sinodo di Basilea, a cui par che il Roselli fosse intervenuto; che questi perciò facendogli istanza perchè gli mantenesse la data parola, il pontefice se ne scusò, allegando i Canoni, i quali vietano che tal dignità si conferisca a chi abbia avute due mogli, come era accaduto al Roselli; che questi perciò sdegnato, compose il trattato de Monarchia, in cui si fece a provare che il romano pontefice non avea alcun dritto sul temporale stato dei principi, e che perciò fuggendo da Roma, ricoverossi a Padova, ove ebbe la cattedra di Diritto canonico colf annuo stipendio di 500 ducati. Di tutto ciò nulla ci dice il Barozzi; anzi egli narra che il Roselli avendo composto in Roma il suo trattato de Monarchia , questo piacque sommamente al pontefice e a’ cardinali; e che fu premio di esso F ambasciata commessagli al re di Francia, da noi mentovata poc’anzi; e quanto al passaggio da Roma a Padova,