Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 2, Classici italiani, 1824, VIII.djvu/261

Da Wikisource.

SF.cosnn cjn.’ì degli onori che gli liiron rei ululi, «pianilo lini di vivere nel detto anno 1466. Il Facciolati aggiugne che gli fu poscia accresciuto lo stipendio; e che ebbe ancora il privilegio di sceglier la cattedra che più gli piacesse, e d’insegnar quanto e quando gli fosse in grado (Fasti Gymn. pat. pars 2, p. 38). Ma il Bertacchini racconta cosa poco al Roselli onorevole, cioè ch’ei morì da empio e da incredulo: Tandem obiit non crcdcns ali quid esse supra tecta domorum. Molti trattati legali e canonici ne abbiamo alle stampe, e altri che rimasti son manoscritti, i quali si annoverano dall’Oudin (De Script, ecl. t. 3, p. 2338, ec.), e dal Fabricio (Bibl. med. et inf. Latin, t. 1, p. x 31). Ad essi dee aggiungersi un’opera sopra i Concilj scritta dal Roselli in Padova l’anno 1444? e dedicata al doge Francesco Foscari, di cui dice il P. degli Agostini di aver veduto un codice a penna presso l’ab. Giovanni Brunacci (Scritt venez. t. 2, p. ii)3, ec.).

XIII. Ebbe il Roselli un cugino, di nome Giambattista, e professore esso pure or di ecclesiastica , or di civile giurisprudenza nella stessa università di Padova dal 1452 fino al 1510 in cui finì di vivere, come si afferma dal Facciolati (l. cit. p. 46), il quale accenna ancora diversi decreti della Repubblica, con cui gli venne più volte accresciuto l’annuale stipendio finchè giunse alla somma di 450 ducati. Un bell’elogio ne fa il Barozzi nella sopraccitata Orazione, el11 io recherò qui tradotto nel volgar nostro italiano, per supplire alla mancanza in cui siamo di altre notizie intorno a questo