Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 2, Classici italiani, 1824, VIII.djvu/272

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9*4 LIBRO oltre non poche opere , le quali dobbiamo a lui solo, che sieno fino a noi pervenute, in molti de’ suoi libri così manoscritti, come stampati si veggon note e osservazioni da lui medesimo aggiunte, le quali danno non poco lume, e molto perciò se l11 è giovato l1 eruditissimo monsignor Mansi, che spesso le cita nelle sue giunte al Fabricio, e altrove. Molte ancora sono le opere di’ egli ci ha lasciate, da lui composte a illustrazione de’ Canoni e delle Decretali, e, oltre le stampate, ve ne ha molte ancor manoscritte, e delP une e dell1 altre si può vedere il catalogo presso il suddetto monsignor Mansi. Fra esse ne veggi amo una ancora di argomento storico, cioè un Compendio della Storia de’ Re di Sicilia, in cui per altro ei non ha fatto che raccogliere in breve ciò che più altri scrittori ne aveano detto. Egli fu l1 ultimo della sua famiglia, come raccogliesi da un’elegia latina de Antonio Tebaldeo (ap. Manni l. c. p. 77) indirizzata a Felino all1 occasion che la peste aveagli già condotti a morte tutti i parenti, lasciando vivo lui solo. In essa, a lui volgendosi, così gli dice il poeta: Ast tu de claro solus , Feline, superstes Sanguine, divini maxime juris honos, ec. E lo esorta poi a continuar egli almeno la sua stirpe. Ma Felino entrato poscia nel clero , e fatto vescovo, non fu in istato di seguire il consiglio del Tebaldeo.

XVIII. Sieguono presso il Panciroli (c. 44? 45) più altri canonisti che illustrarono per Io più università di Padova. Giunfrancesco Pavini