Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 2, Classici italiani, 1824, VIII.djvu/297

Da Wikisource.

SECONDO i)3) Fabbrucci (l. cit. p. 135) e il Manni (Sigilli ani. t. 3, p. 151) e altri scrittori, da’ quali ne trarremo le più accertate notizie. Egli era d’una famiglia che come ne’ secoli precedenti, così in questo ancora di cui scriviamo , avea dati a Firenze parecchi uomini illustri per sapere e per senno. Tommaso di lui padre, oltre più altri onori, ebbe quello singolarmente di essere scelto da Pietro de’ Medici a tutore de’ due giovanetti suoi figli Lorenzo e Giuliano. Pietro di lui fratello fu gonfaloniere perpetuo della Repubblica, ed uno dell’Accademia platonica più volte nominato con lode da Marsiglio Ficino (OpL t. 1 , p. 674? 756, 884, ed. Basil. 1561), di cui pure abbiamo una lettera a Paolo Antonio altro loro fratello giureconsulto di professione (ib. p. 917). Gianvittorio Soderini dallo stesso Marsiglio viene annoverato tra’ giureconsulti suoi amici (ib. p. 947)• Ma il più celebre fra essi fu il nostro Francesco. Nato a’ 10 di giugno del 1453 dal suddetto Tommaso e da Dianora Torna buoni, fu inviato agli studj nell’università di Pisa , ed ebbe ivi a suo maestro nella scienza legale Pierfilippo Corneo, di cui abbiamo altrove parlato; e una lettera che il Ficino scrive a quel celebre professore (ib. p.654), ci fa vedere quanto grande fosse l’aspettazione che di Francesco ancor giovinetto erasi concepita. In età di ventitré anni era già professore in quella università insieme con Filippo Decio, e tal saggio ei vi diede di se medesimo, che l’anno 1478, benchè non contasse che venticinque anni , fu sollevato da Sisto IV al vescovado di Volterra. 1 Fiorentini