Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 2, Classici italiani, 1824, VIII.djvu/389

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TERZO (o3l egli eru fornito. Alcune già ne abbiamo accennate nel compendiare la vita. Molte son di argomento morale, come quelle De avaritia, de nobilitate, De humanæ conditionis miseria, De infelicitate Principum, e quella De varietate fortunæ stampata la prima volta in Parigi nel 1723, nelle quali insieme veggonsi sparsi 11011 pochi lumi di varia erudizione. Altre son filologiche, come i tre dialoghi da lui intitolati Historia Convivalis, fra1 quali è degno di riflessione il terzo, in cui esamina e ribatte il parere di Leonardo aretino, che a’ tempi degli antichi Romani la lingua latina fosse propria de’ soli dotti. Ne abbiamo alcune Orazioni, e fra esse quattro funebri, alle quali un1 altra deesi aggiugnere da lui detta in morte del suddetto Leonardo da noi già mentovata, e un’altra non mai pubblicata in morte del Cardinal Cesarini, di cui fa menzione l’abate Mebus (Vita Ambr. camald. p. 419). Molte ancora ne sono le lettere; e oltre quelle pubblicate tra le altre opere dello stesso Poggio, altre 57 ne son venute a luce dopo il sopraccennato trattato De varietate fortunae; una assai lunga al re Alfonso, e un’altra a Niccolò Niccolodi ne ha pubblicata monsignor Mansi (Miscell Baluz. t. 3, p. 154? i#3), e altre se ne trovano inserite tra quelle di altri scrittori di quel tempo. Assai più copiosa raccolta avea ideato di pubblicare il celebre abate Mebus, e ne era già innoltrata la stampa; ma per giusti riguardi ei giudicò più opportuno I* interrompere questa edizione. La Storia Fiorentina è la più ampia tra le opere di Poggio, ed è scritta, come le altre, non dirò già con quella