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1046 LIBRO

le antichità e la storia di quella provincia, e dello studio in ciò fatto ci lasciò in pruova i sei libri da lui composti e intitolati De vetustate Aquilejae. Verso il 1484 da Udine passò a sostenere il medesimo impiego in Venezia. La peste da cui questa città poco appresso fu travagliata, lo costrinse a ritirarsi a Verona, ove nello spazio di soli quindici mesi scrisse le tre decadi, e parte ancor della quarta, ossia ventidue libri della Storia veneziana, che, come si è detto, furon per la prima volta dati alle stampe l'anno 1487. Essa piacque allora per modo a quella Repubblica, che assegnò con suo decreto all’autore 200 zecchini di annuale stipendio; ed egli grato a tal dono, quattro

pretesti raggiraron l’affare per modo, che a gran pena passato l'ultimo termine de' cinque anni potè esser ricondotto per un altro anno solo. Volle egli tentare rii guadagnarsi la benevolenza ancora de’ suoi nimici, e perciò nell’ottobre del 148?. presentatosi al pubblico Consiglio, gli offerse l’opera che sulle Antichità «li Aqnileia e del Friuli avea egli composta; e il Consiglio gradi il dono dell’autore, gliene rendette grazie , e ordinò che il libro fosse stampato, ancorché la comunità dovesse in ciò spendere dieci ducati. Il codice dal Sabellico offerto al Consiglio di Udine sembra quel «lesso che ora è presso il sig. co. Filippo Florio cavaliere udinese e «Ielle patrie antichità studiosissimo, appiè «Iella prima pagina del quale vedesi 1’arme della città. Ma ci«’ non dovette bastare ad acchetare i nimici che ivi avea il Sabellico, e questi pcrciì» nel settembre del 1 483 volle onninamente avere il suo congedo, e 1 ottenne. E nondimeno, come il Sabellico continuò ad amar sempre quella città e a scriverne con molta lode , cosi questa «liede a lui lontano più pruove «Iella sua stima di «juello che avesse fatto