Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 2, Classici italiani, 1824, VIII.djvu/554

Da Wikisource.

119^ LIBRO ut non modo ac aere, industriam, sed edam uh re quibusdam ora donis nutrimentìs ìngcnium poti tis set; pire igitur totius Italiae consensu, a doctis est prìtu eps judicatns.

XVI. Più tardi venne in Italia Andronico soprannominato Callisto, natio egli ancora di Tessalonica, benchè detto talvolta da Costantinopoli y C forse ei partì dalla Grecia dopo la caduta di Costantinopoli. Non abbiam però monumento che cel mostri in Italia prima del i 46-j , nel qual anno da una lettera del Filelfo raccogliesi ch’egli era professore in Bologna (l. 2.\, cp. i); perciocché egli scrive che si maraviglia che i Bolognesi, avendo tra loro un uomo sì dotto, sembrino non curarsi di apprenderne la lingua greca ,• e clic se Andronico fosse stato in addietro in Italia, ei non avrebbe viaggiato in Grecia per imparar quel linguaggio. Un’altra lettera del Filelfo (l. 29, ep. 31) ci mostra che nel 1469 Andronico era in Roma alla corte del Cardinal Bessarione, e abbiam già veduto qual parte egli prendesse nella famosa contesa intorno alla filosofia di Aristotele e di Platone. Era egli, dice Rafaello Volterrano (Comm. Urbana, l. 21) dopo Teodoro il più famoso nella greca letteratura e forse ancora nella sua lingua materna più di lui dotto; perciocchè tutti ne. avea letti gli autori, ed era uomo universalmente erudito e versato ancora nell aristotelica filosofia. Vivea in Roma presso il cardinale Bessarione, e teneva scuola, ma con frutto non corrispondente al suo merito. Quindi, come quasi tutti gli altri di tal professione, costretto dalla povertà a partire da Roma, recossi a