Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 2, Classici italiani, 1824, VIII.djvu/573

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TERZO i U15 p. 5$3) tra1 coltivatori di questa lingua. ed essi ne rammentano alcune opere. Assai migliori notizie ne abbiamo nella Vita di Vittorino scritta dal Prendilacqua. Questi (p. 66) il loda altamente, perchè avea in se stesso congiunte l’eloquenza e la poesia; fa grandi encomj di alcune poesie da lui composte in età giovanile; rammenta le traduzioni da lui fatte dal greco de’ Morali di Aristotele, e de’ libri delle Cose mirabili, e delle Virtù e dei Vizj dello stesso autore, della Cosmografia di Dionigi, di undici Vite di Plutarco, e di più opere di S. Atanasio, e un’eloquente apologia da lui scritta degli studj dell’amena letteratura. Quindi racconta che Antonio recatosi nell’Inghilterra, vi ebbe onori e ricchezze in gran copia dal duca di Glocester grande protettor delle lettere; me che, poichè questi fu ucciso, cercato a morte anch’egli, appena potè salvarsi fuggendo ignudo; e che allora vivea tranquillamente in Verona presso il vescovo Ermolao Barbaro. Antonio Pasini da Todi sua patria, detto comunemente Antonio Tudertino, tradusse egli ancora alcune Vite di Plutarco, delle quali e del loro traduttore si posson vedere le notizie presso Apostolo Zeno (Diss. voss. t. 1, p. 358, ec.). A questo scrittor medesimo io mando chi brami saper distintamente della vita e dell’opere di Giovanni Tortelli (ib. pag. 146, ec.) aretino, arciprete della cattedrale della sua patria , suddiacono della Chiesa romana, custode della biblioteca di Niccolò V, e morto nel 1466, di cui pure abbiamo alcune traduzioni dal greco, un trattato dell’Ortografia latina, e alcuni altri