Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 2, Classici italiani, 1824, VIII.djvu/575

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TF.RZO I U I 7 fosse stalo rapito da immatura morte in età di poc’oltre a quarnnt’anni, otto mesi dopo l’elezione al pontificato del Cardinal suo protettore. Il celebre Erasmo, che nel primo suo viaggio in Italia avealo conosciuto in Bologna, e poi in Roma, ne avea non ordinaria stima; ed egli afferma che era il Cartcromaco si lontano da ogni ostentazione, che se non veniva quasi a forza provocato a dar saggio del suo sapere, sarebbe stato creduto uom senza lettere (Epist. t. 1, ep. 671) (*). Stefano Negri cremonese discepolo e amico di Demetrio Calcondila, e successor del medesimo nella cattedra di lingua greca in Milano, diè egli ancora più saggi del molto che in quella lingua sapeva. Di lui veggansi V Arisi (Crem. liter. t. 1, p. 396) e l’Argelati (Histar, typogr. mediol. p. 277, ec.), che ne parlano a lungo, e descrivono ancora 1: infelice fine ch’egli ebbe. Il Zeno ancora ci ragiona della versione di Omero fatta da Orazio romano (t. 1, p. 210). Già se ne aveano alcune altre versioni, delle quali si è da noi trattato nel precedente tomo. Pier Candido Decembrio aveane recati in prosa (*) 11 Tortelli debb’essere annoverato tra gii tintinni die per amore di studio navigarono a Costantinopoli. IN’arra egli stesso di aver veduto in quella città un bellissimo codice dell1 opera di Dioscoruie (Comnient. de Orthogr. ad 1*. Hippocrales) -, e Gioa chimo Camerario racconta che in Basilea conservasi un esemplar greco della Storia di Tucidide, che nella stessa città era stato donalo al medesimo Tortelli (Praef. ad Thucyd. Gracc. Kdit- Basii. 154o). Tiraboschi, Voi Vili. 3G’