Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 3, Classici italiani, 1824, IX.djvu/138

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VII. La 0111«) «li Fi*» rara jh^oihLi di poeti. i35a livho un poema eroico diviso in quattro libri, ma non finito, sulla caduta di Costantinopoli, di Ubertino Pusculo bresciano (Miscell. Lazzaroni, l. 1), di cui non ci è rimasta altra notizia (*). \1J. Tutte queste poesie, se se ne traggano quelle di Basinio e il poema del Griffi, son più a lodarsi per la facilità che per l’eleganza, e dobbiam bensì commendare nei’ loro autori lo sforzo che fecero per ottenere il titolo di poeti, ma dobbiamo guardarci dal battere quel sentiero su cui essi si posero. Lode assai maggiore ottennero alcuni altri verso la fine di questo secolo, da’ quali si può dir con ragione che le poesia latina fu ristorata e ricondotta, benchè a lenti passi, all’antica eleganza. E di essi è giusto perciò, che ricerchiam le notizie con qualche maggior esattezza. La corte di Ferrara, di cui non ebbero in questo secol le Muse il più gradito e il più onorato ricovero, ce ne offre alcuni che hanno diritto ad essere annoverati tra’ primi. Guarin! da Verona e Giovanni Aurispa, che ivi furono per più anni maestri di amena letteratura, non furono al certo poeti molto felici. Ma coll’accendere i lor discepoli allo studio degli antichi scrittori segnaron loro la via per giugnere a quell’eleganza di stile a cui essi invano sforzati si erano d’arrivare. Alquanto migliori sono le Poesie latine di Balista (*) Alcune notizie intorno nd Ubertino Pusculo s» pnsson vedere nel Catalogo de’ MSS. della libreria Farsetti (/>. 5a). Un altro pocinelto del Pusculo sul martirio del fanciullo S. Simone ucciso dagli Ebici lu pubblicato in Augusta nell’anno i5ii (Cai. Bibl. Bunav. t. i, voi. 3, p. 67, ec.).