Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 3, Classici italiani, 1824, IX.djvu/29

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TERZO Ia43 soo ambasciadore nel 1485, ne concepì tale stima, che il nominò suo segretario e abbreviatore del Parco Maggiore. Altre notizie di questo poeta si posson leggere nella prefazione premessa all’ultima edizione delle Rime di esso fatta in Bologna nel 1709, e nel Giornale de’ Letterati d’Italia (t 1, p. 187). Serafino detto Aquilano, perchè natìo dell’Aquila nell’Abbruzzo, nato nel 1466 e morto in Roma in età giovanile nel 1500, fu tra coloro che vennero allor creduti poeti poco men che divini; e abbiam udito poc’ anzi, che da alcuni egli era preferito al Petrarca. Ei servì a molti principi, richiesto a gara da tutti, e da tutti a gara onorato. Il conte di Potenza, il card Ascanio Sforza, Ferdinando III re di Napoli, Guidubaldo duca d’Urbino, Francesco Gonzaga marchese di Mantova, Lodovico Sforza duca di Milano, e per ultimo il duca Valentino Cesare Borgia lo ebbero successivamente alle lor corti; di che veggasi, oltre più altri scrittori, il co Mazzucchelli che intorno a questo poeta ci ha dato un erudito ed esatto articolo (l c t. 1, par. 2, p. 904), ove esamina ancora di quale famiglia egli fosse, ma senza deciderlo interamente per mancanza di monumenti. Gli onori fatti all Aquilano e in vita e dopo morte, e le molte edizioni che delle Rime di esso si fecero fino oltre la metà del sec xvi, ci fan conoscere quanto elle fosser pregiate. Angelo Colocci scrisse in difesa di esse un’apologia che si legge in varie edizioni delle medesime. E v ha ancora tra gli scrittori moderni chi ne parla con lode. Niuno però, io credo, ardirà