Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 3, Classici italiani, 1824, IX.djvu/305

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TERZO |5ig dichiarata Gregorio Lolli segretario del papa, parte per l’infelice stato dell’ erario pontificio, ei non potè mai riscuoterla. Quindi ne venne il furore da cui il Filelfo si lasciò trasportare contro la corte di Roma e contro il pontefice, e mentre ancor vivea, e poichè fu morto, fino ad accennare oscuramente che se non veniagli pagata la pattuita pensione, ei sarebbesi gittato tra’ Turchi. Una lettera del card Jacopo Piccolomini, in cui a nome del collegio de’ cardinali rende grazie al papa che abbia fatto imprigionare il Filelfo insieme con Giammario suo figliuolo pe’ loro scritti maledici contro Pio II di fresco defunto, ci mostra ch’ ei fu veramente così punito de’ suoi trasporti. Le ragioni per le quali M. Lancelot ha dubitato della sincerità di una tal lettera, e della verità di un tal fatto, sono sembrate poco probabili al Sassi (l. c. praef. p. 7); e certo difficilmente si può provare la supposizione di detta lettera conforme in ogni parte a’ sentimenti e allo stile di chi la scrive. XXV. Non men che del papa doleasi il Filelfo del duca Francesco Sforza, o, a dir meglio, di coloro che non permetteangli di riscuotere lo stipendio da lui assegnatogli. Le lettere però da esso scritte verso gli ultimi anni della vita di quel gran principe ci mostrano che il Filelfo era allora assai più contento del proprio suo stato. Ma allora appunto ei perdette il suo protettore morto nel 1466. Galeazzo Maria figliuolo e successor di Francesco non ebbe men caro il Filelfo; ma questi si duol sovente