Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 3, Classici italiani, 1824, IX.djvu/311

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TERZO l5a5 orazioni funebri, nuziali e di altri diversi argomenti; i trentasette libri di Epistole famigliari latine; alcune esercitazioni ad uso degli scolari; le quali opere tutte si hanno alle stampe, oltre più altre che si rammentano manoscritte, delle quali veggasi il suddetto Zeno (a). Nell’eleganza dello stile egli è inferiore di molto ad altri scrittori del suo tempo; ma a niuno ei cede nella varia erudizione d’ogni maniera, e singolarmente in ciò che appartiene all’ interpretazione dei’classici autori, all’antica mitologia, e alla perizia nel greco. Le Lettere del Filelfo sono utilissime alla storia di questo secolo; ed è a dolersi che non ne abbiamo che edizioni poco corrette. Nel 1743 una nuova se ne intraprese in Firenze, ma fu presto interrotta per la immatura morte dell’editore, e non ne abbiamo che i primi quattro libri. Alcune lettere greche ne sono state pubblicate, non ha molt’anni, nella Raccolta milanese (an. 1756, n. 10, 19; 1757, n. 10). XXVII. Tra’ molti figli ch’ebbe il Filelfo, niuno ha più dritto ad aver luogo in questa Storia, che Giammario il primo fra tutti, e che ritrasse in se stesso i pregi non meno che i difetti del padre. Lo ebbe Francesco in Constantinopoli dalla prima sua moglie Teodora l'an 1426. Condottolo seco in Italia, ei medesimo venne instruendolo nella latina e nella (<i) Non noclie opere niss. ilei Filelfo conscrvansi in più codici di diverse biblioteche in Milano, c una diligente ed esulta dccrizion ce ne ha data il P. ab. Casali (Ciardi /'.'pisi, 1. 1, p. 202, ec.).