Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 3, Classici italiani, 1824, IX.djvu/326

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•G4o LIBRO magnifico elogio di Francesco non avvertito dal Sassi, e che leggesi al fine di un opuscolo di Filippo Beroaldo intitolato Oratio Proverbi alt s, da cui ancora si trae che questi era stato scolaro di Francesco in Bologna: sicut ego feci, dice egli, cum Magistro meo Francisco Puteolano, quem honoris et amoris causa nomino, quem omnimodis laudibus celebro, qui literatas literas senio pene intermortuas et situ squalentes ad lucem nitoremque cum primis revocavit, cui acceptum refero quidquid in me est doctrinarum (a). XXX. Nel medesimo impiego e circa il tempo medesimo fiorì in Milano Ubertino soprannominato Cherico da Crescentino nel Monferrato, di cui pure ha trattato con diligenza il ch. Sassi (p. 273, 278, ec.), traendone le notizie dalle opere da lui stesso date alla luce. Ubertino dopo essere stato sette anni professor d’eloquenza nell’università di Pavia, chiamato a Milano da Francesco Sforza, vi stette più anni onorato sommamente da lui non meno che da Galeazzo Maria di lui figliuolo, e vi pubblicò i suoi Comenti sulle Lettere famigliari di Cicerone, lodati assai da Marc’Antonio Sabellico (Dial. de lat. linguae reparat.), e degni in fatti di lode (nj Bellissimo e pieno di nuove ed esatte notizie è l'articolo che intorno a Francesco Puteolano ossia dal Pozzo ci ha dato di fresco il celebre P. Affò tanto benemerito della storia letteraria di Parma (Aleni, de* Letier. parmig. I. 1, p.?.q3, ce.), con cui si può accrescere e rischiarare ciò eh’ io qui brevemente ne ho detto.