Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 3, Classici italiani, 1824, IX.djvu/349

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TERZO |563 la Slampa in Italia, clic se ne videro in pochi anni molte edizioni. Alcune altre opere del Valla, che non trovansi nell’ edizione di Basilea, ma che si hanno separatamente alle stampe, si annoverano dal Fabricio (Bibl. med. et inf. Latin, t. 6, p. 282) e dall’Oudin (De Script eccl. t. 3, p. 2439, ec.). Paolo Cortese nel suo dialogo degli Uomini dotti, dopo aver l’atto il carattere di questo scrittore conforme a ciò che ne abbiam detto noi pure, riflette ottimamente (p. 27, ec.) ch’egli scrisse assai bene intorno alla lingua latina, ma che non seppe usarne bene ugualmente, benchè pur fosse uomo per acutezza di’ingegno celebre in tutta l'Italia; e ne dà per ragione, che procurava egli bensì di spiegar la forza e l indole di ciascheduna parola, ma non sapeva contornare il discorso in quella maniera che ad ottenerne lode si conveniva. Il Fazio ancora, benchè gli fosse nimico, gli diede luogo tra gli uomini illustri, de’ quali ha tessuto l’elogio (De D'iris ili. p. 23); ma non si stese molto in lodarlo, e altro quasi non fece che accennar l’opere da lui pubblicate. Con lode ancora ne parla Gioviano Pontano (De Serm. l. 1, c. 18; l. 6, c. 4), biasimandone però egli ancora lo stile non abbastanza colto e purgato, la facilità nel riprendere gli antichi scrittori, e la iattanza con cui parlava ei medesimo del suo sapere e delle sue opere. Ma più di tutti ne ha parlato con grandissima lode Erasmo da Rotterdam, che in una lunga sua lettera va dimostrando che a lui in parte si dee il risorgimento della letteratura e della critica (t. 1,