Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 3, Classici italiani, 1824, IX.djvu/350

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1564 LIBRO ep. io3). Nè lo stesso Valla per ultimo ha tralasciato di tramandarci le lodi di cui era stato onorato, inserendo nelle sue Invettive contro Poggio (Op. p. 351, ec.) le lettere che in sua commendazione aveano scritte alcuni uomini più celebri di quell età, come Lorenzo Zane arcivescovo di Spalatro (il quale ancora in altra sua lettera pubblicata dal P. degli Agostini (Scritt. venez. t. 1, p. 202, ec.) forma un tale elogio del Valla, che del più dotto uomo che mai fosse vissuto al mondo non potrebbe farsi il maggiore), Francesco Barbaro, Pietro Tommasi ed altri. Ma s’egli ebbe encomiatori in gran numero, non gli mancarono pure avversarj e nimici che il malmenarono; talchè come è difficile a diffinire se maggiori fossero i pregi ovvero i difetti del Valla, così non si può ben decidere se maggiori fosser le lodi di cui fu onorato, o gli insulti coi’ quali fu maltrattato. XXXIX. Più scarse notizie abbiamo di Giorgio Valla, di cui il Crescenzi afferma (Corona, par. 1, p. 218, ec.), ma senza recarne pruova, che fu cugino di Lorenzo. Qualche parentela nondimeno è probabile che con lui avesse; poichè quegli, come si è detto, credesi fonda-, tamente piacentino d’origine, e piacentino di nascita fu certamente Giorgio, che così spesso egli s’intitola nelle sue lettere. Quando nascesse, e ove passasse i primi suoi anni, non vi ha monumento che cel dimostri. Solo da un’opera di Pontico Virunio, citata da Apostolo Zeno (Diss. voss. t. 2, p. 314), raccogliamo ch’egli ebbe a suo maestro nel greco quell" Andronico di cui si è altrove parlato. L’Argelati,