Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 3, Classici italiani, 1824, IX.djvu/356

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15-0 LIBRO Molto esercitassi egli ancora nel recare in latino gli antichi scrittori greci, la cui lingua avea diligentemente studiata; e abbiamo fra gli altri i Problemi di Alessandro di’Afrodisia, l’Introduzion di Galeno, e alcuni altri trattati medici da lui traslatati. E avea egli in fatti studiata ancora la medicina, benchè non si trovi memoria che la esercitasse •, e ne abbiamo in pruova alcuni trattati appartenenti a questa scienza e all’ anatomia da lui pubblicati. Finalmente egli occupossi non poco, come la profession sua richiedeva, in illustrare le opere rettoriche di Cicerone, e altri antichi autori latini, e in scriver trattati appartenenti all’ eloquenza, de’ quali abbiam parecchi alle stampe. E ci basti aver ciò accennato intorno all’ opere di questo indefesso scrittore, delle quali, come ho detto, si può vedere un diligente catalogo presso l Argelati; a cui ove pur alcuna ne manchi, non è di questa mia Storia il farne più diligente ricerca. Una sola particolarità intorno al Valla non è da ommettersi, la quale, se si ricevesse per vera, cel farebbe credere uomo che putisse un pocolin di magia. Pietro Crinito racconta (De Honesta Disciplina l. 6, c. 11) che Ermolao Barbaro gli diede l importantissima notizia che il demonio nel parlare usava di una voce bassa ed esile, aggiugnendo ch’egli stesso aveane fatta pruova un giorno in cui insieme con Giorgio da Piacenza interrogollo intorno alla Entelechia d’Aristotele. Il Valla era in Venezia a tempi di Ermolao; ed è perciò assai probabile ch’egli sia il Giorgio qui mentovato Il Crinito però ci permetterà di ricevere