Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 3, Classici italiani, 1824, IX.djvu/411

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TERZO l6a5 catalogo di tutte l’opere dei Beroaldo, che si può \ edere esattissimo e diviso in xt. articoli presso il co. Mazzucchelli (a). Dirò solo, che appena vi è scrittore latino su cui egli non abbia esercitata la penna e l’ingegno con comenti e con note; perciocchè oltre i Comenti sulla Storia naturale di Plinio da lui composti in età giovanile in Parma (sul qual autore avea poi apparecchiata un’ opera più ampia che sinistramente gli venne smarrita), e oltre quelli co’ quali illustrò le opere di Virgilio, di Properzio, di Columella e degli altri scrittori delle cose rustiche, di Frontino, di Cicerone, di Plinio il giovane, di Svetonio, di Apuleio, di Solino, di Filostrato, di Senofonte, di Plauto, di Cesare, di Cellio, di Floro, di Lucano, di Giovenale, egli scrisse ancora una Selva di annotazioni sopra molti autori. Molte ancor sono le orazioni, gli opuscoli, le lettere e le poesie latine che di lui si hanno a luce; talchè egli può a ragione essere considerato come uno de’ più laboriosi scrittori. Egli è vero però, che non se ne può lodare egualmente nè la critica nè l’ eleganza; perciocchè egli ne’ suoi comenti unisce insieme ogni cosa, come gli viene alla penna, e non è molto colto nel suo scrivere sì in prosa che in verso. Nè è maraviglia che un uomo vissuto soli 5i anni, e che non fu sempre occupato nel solo studio, (<;) Assai più esatto è 1’ artìcolo che intorno alla vita e alle opere del Beroaldo ci ha poi dato il sig. conte Fantuzzi (Scritt. bologn. t. 2, p. m, ec.). TlllAliOSCHl, Voi IX. 26