Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 3, Classici italiani, 1824, IX.djvu/475

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terso iG8y biasimando apertamente gli scandali che in essa vedeansi a’ tempi di Alessandro VI Nel che ei si lasciò trasportare tant’oltre, che, come narra lo stesso Burlamacchi scrittor devotissimo del Savonarola, scrisse a Principi Cristiani, come la Chiesa andava in ruina, et che però dovessin fare, che si ragunasse un Concilio, nel quale voleva provare la Chiesa di Dio esser senza capo, et che chi risedeva non era vero Pontefice, nè degno di quel grado, nè anco Cristiano (Miscell. Baluz. t. 1, p. 551, ed. Lucens.). In fatti il già citato monsig Mansi ha pubblicate due lettere (ib. p. 584) su <Pe~ sto argomento dal Savonarola inviate l’ una all’imperadore, l’altra al re e alla regina di Spagna. Queste lettere, di cui giunse copia al pontefice, finirono d innasprirlo contro del loro autore. Scomunicollo adunque, e la scomunica contro di lui fu solennemente promulgata nel duomo di Firenze. Ma il Savonarola non perciò si ristette, e protestando di nullità contro la scomunica, continuò a predicare. Il foco della civile discordia si fece allora sempre più vivo, e ogni giorno si eccitavano in Firenze tumulti e scompigli dagli amici non meno che da’ nemici di f Girolamo. Tra gli stessi suoi frati avea egli molti e potenti avversarj a cagione della riforma da lui introdotta in S. Marco e in alcuni altri conventi dell’Ordin suo, cosa, come suole avvenire, che presso alcuni gli avea conciliata stima ed amore, presso altri invidia ed odio. Ma più di tutti gli si rivolsero contro i Minori Osservanti che pubblicamente inveivan dal pergamo contro al Savonarola, chiamandolo Tuuboschi, Voi. IX. 3o