Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VI, parte 3, Classici italiani, 1824, IX.djvu/51

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TERZO!aC3 maggior delTaltrui. Il Campano nelforazion funebre di Batista duchessa d’Urbino, pronipote di quella di cui or parliamo, la dice donna celebratissima a’ tempi suoi, la cui dottrina ed eloquenza risvegliò ammirazione ne’ più dotti; e aggiugne ch’ella perorò innanzi al pontef Eugenio e all’imperador Sigimondo (*) con grandissimo applauso, e che tuttora leggeansi le erudite risposte che i teologi e i filosofi più rinomati avean date alle quistioni da essa loro proposte. A questa illustre matrona entrata in casa de’ Malatesti aggiugniamo il nome di un’altra da essa uscita, cioè di Paola moglie del marchese di Mantova Gianfrancesco Gonzaga, di cui in questo tomo medesimo abbiam dimostrato (par. 1, p. 45) che coltivò felicemente le lettere; e in esse ancora volle che fosse istruita la sua figliuola Cecilia, la quale, abbandonato il mondo dopo la morte del padre, consecrossi a Dio, e di cui ci ha lasciato un magnifico elogio Francesco Prendilacqua nella sua bella Vita di Vittorino da Feltre (Vita Vict feltr. p. 90, ec.). XVIII. L amor delle lettere, da cui era compresa Battista, fu in certo modo da essa trasfuso in una sua nipote, cioè in Costanza da Varano nata di Lisabetta sua figlia, e da Piergentile V arano signore di Camerino, una delle (') L’orazione detta da liutista da Montcfeltro moglie di Galeazzo Malalesta all’imperador Sigismondo e stata pubblicata dal P. abate Miltnrelli; e da essa si posson trarre diverse notizie intorno alla vita di questa celebre donna (B bl. MSS. S. flhch. Venct. p. 701. ec.).