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TEMO I "(53
tnanchntvbbe mai quella dell importuno priore (a). Nè fu la sola pittura in cui Leonardo
fosse impiegato. Lodovico Sforza per onorar
la memoria del duca Francesco I suo padre
determinossi d’innalzargli una statua equestre
colossale di bronzo, e ne diè l'ordine a Leonardo. Ma in questa occasione la mano del
valoroso artefice non corrispose al suo ingegno;
perciocchè, come narra il Vasari, ei ne ideò
un modello sì grande, che non potè mai condursi ad effetto. Nondimeno in due libri stampati in Milano nel 1493 e citati dal Sassi (Hist.
(a) 11 P. maestro Vincenzo Maria Monti dell'Ordine
de’Predicatori mi ha comunicate alcune sue i ¡flessioni,
a mio parere, assai giuste per credere favolosa la risposta che vuoisi data da Leonardo da Vinci al duca
Lodovico Sforza. Essa in primo luogo non è appoggiata
che ad autori posteriori di più anni al latto, e che sono
inoltre poco concordi tra loro nel raccontarlo. Inoltre
non poteva Leonardo recar per pretesto la difficoltà di
trovare un’idea di volto che ben corrispondesse al carattere dell’apostolo traditore, perciocché tutto quel
quadro era stato da lui abbozzato in dodici gran cartoni, i quali dopo essere stati fino almeno al principio
del presente secolo in Milano presso i conti Arconali,
finalmente dopo varie vicende passarono alla reai galleria di Londra, ove tnttor si conservano, e rappresentano esattamente anche nelle fisononoie quella famosa
pittura. Finalmente, come dalle Memorie di quel convento raccogliesi, era allora, cioè nel i4y? *" cu* Leonardo stava pingcndo quel quadro, priore delle Grazie
Fra Vincenzo Bandelli uomo celebre a que’tempi, r al
duca Lodovico carissimo; e non è perciò verisiinile clic
innanzi al duca medesimo ardisse Leonardo d:insultarlo
per tal maniera. Non è dunque improbabile che delibasi questo racconto nggiugnere a tanti altri favolosi
che nelle Vite de’Pittori s'incontrano frequentemente.