Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 1, Classici italiani, 1824, X.djvu/51

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PRIMO 37 l i cSS[ non ebbero ad ottenerla fu troppo ben compensato dal lustro ch essi accrebbero alla lor dignità. Alessandro non contava che 14 anni ,di età « quando fu annoverato tra' cardinali nel J53 i? e arricchito dall avolo dell entrate di moltissimi beneficii ecclesiastici die successiva* mente vennegli conferendo. Le ricchezze però e gli agi non lo distolsero dal coltivare gli studi; e vaglia per tutti il testimonio del celebre Pier Vettori che in una sua lettera scritta al cardinale Bernardino Maffei nel dicembre del 1 J>51, parlando del cardinale Alessandro ch era allora in Firenze, descrive l indefesso applicarsi ch ei faceva alle lettere, l attenzione con cui andava leggendo gli autori classici greci e latini, il grande ingegno, la rara memoria e il senno non ordinario di cui era fornito; talchè egli dice che, come in addietro il cardinale era salito in altissima stima per la singolar sua destrezza nel maneggiare gli affari, così dovea sperarsi che non minor fama ottenesse nella carriera delle lettere, or che nel cambiamento di sua fortuna ritirato erasi a vivere tranquillamente in quella città (P. Vict. Epist. l 2, p) 42). Allude qui il Vettori allo sdegno che Giulio III avea nello stesso anno concepii lo contro di Ottavio Farnese, e contro del cardinale Alessandro, per cui fra le altre cose fu questi privato del ricco arcivescovado di Monreale, e dovette perciò uscendo di Roma fissar la sua stanza in Firenze (V. Murat. Ann. </* hai. ail ìi. an.). In questa città medesima continuò il cardinale a dar prova della sua splendida munificenza verso de’ dotti, de’ quali sempre avea piena la casa;