Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 1, Classici italiani, 1824, X.djvu/595

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» SCCONUO 58 I t ii Breve uè fu indi spedito da Giulio III, appena fatto pontefice. Tutto ciò raccogliesi dai’ monumenti della Vaticana, citati dal Pollidori (l'ita Marcelli II p. 45): e ci scopre chela morte dello Steuco si è finora per errore fissata nel 1550; poichè essendo egli morto a tempi di Paolo III. ciò dovette accadere al più tardi nel 1549. In fatti Piscrizion sepolcrale postagli in Gubbio, ove ne fu trasportato alcuni anni appresso il cadavero, il dice morto in Venezia nel detto anno i549, *n cinquanlatrè anni. A questa città erasi egli trasferito da Bologna, ove mandato dal pontefice, perchè intervenisse al concilio colà trasportato da Trento nel 1547 era caduto infermo, come narra il Morandi, il quale ancora aggiugne che Paolo III avea in animo di sollevarlo al grado di cardinale 5 e va immaginando, o a dir meglio sognando, alcune ragioni per cui nol fece 5 e ommelte quella che fu forse la sola, cioè che la troppo immatura morte privò lo.Steuco di questo onore. Abbiamo altrove veduto che allo stesso Agostino avea donati i suoi libri Alberto Pio. Ed egli era veramente uom degno dell’amicizia e della stima di tutti i dotti, per la cognizione delle lingue greca ed ebraica, e per la vasta e moltiplice erudizione sacra e profana, di cui era dotato. Agli studi biblici appartengono la Cosmopeia, opera assai erudita, in cui spiega esattamente la creazione del mondo, e colla testimonianza degli autori profani conferma la narrazion di Mosè, il Comento sul Pentateuco, che s’intitola ancora Veteris Testamenti ad hebraicam veritatem reco guido; ' \