Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 2, Classici italiani, 1824, XI.djvu/101

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SECONDO 7OI con eleganza, e spiega assai bene in qual maniera e con qual ordine in noi si formino le cognizioni, come debbasi definire esattamente ogni cosa, e con quai gradi da una verità si passi allo scoprimento di un’ altra. Dello stesso argomento ci ragiona in una sua lettera a Giovanni Wolfio intitolata De ratione edendorum librorum, nella quale sembra veder da lontano la luce che sopra tutta la filosofia doveasi spargere, dicendo che, benchè ei vivesse in un secolo assai colto, non tanto però temeva il giudizio de’ filosofi di quei tempi, quanto quello del nuovo secolo che già pareagli sorgere assai più luminoso (V. Bayle l. c.). In fatti il Baillet (Vie de Descartes t. 2, p. 138) cita una lettera di un certo Huelnero filosofo Cartesiano, scritta nel 1641 al P. Mersenne, in cui, lodando molto le Meditazioni Filosofiche del Cartesio. dice di non avere ancora ritrovata cosa che lor si possa paragonare, trattone il rammentato opuscolo delfAconzio. Di questo scrittore abbiam già fatta menzione nel capo precedente trattando di quelli che scrissero contro la cattolica Religione, e dovrem dirne di nuovo in questo capo medesimo nel ragionar di coloro da quali fu illustrata l architettura militare. XXIV. Più felici furono i successi, co quali altri si volsero a rischiarare alcune parti particolari della filosofia, e ad illustrare alcuni fenomeni della natura. L'astronomia principalmente ebbe non pochi coltivatori, e frutto gloriosissimo de’ loro studii fu la riforma del Calendario, che ai tempi (di Gregorio XIII fu finalmente intrapresa, e all' esito sospirato