Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 2, Classici italiani, 1824, XI.djvu/156

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j56 LIBRO libri de’ Problemi Astronomici. Egli scrisse ancora in lingua italiana sulla correzione dell’anno e sulla emendazione del Calendario. Molto finalmente egli affaticossi intorno alla meccanica e alla statica, e fu il solo scrittore di questo secolo, che ne trattasse in modo di aggiugnere qualche cosa al poco che ne aveano scritto gli antichi; perciocchè i molti comentatori delle Meccaniche d’Aristotele, che si videro uscire in luce, altro quasi non fecero che dire più lungamente ciò ch’egli avea brevemente accennato. Guidubaldo ne’ suoi libri su questa materia, pubblicati nel i 5*j,t? corresse in parte gli errori di quei’ che l’aveano preceduto, intorno all inclinazione della bilancia, e diede una nuova luce alla statica, fissando parecchi principii ai’ quali ella si appoggia • benché egli pure cadesse in alcuni errori, come allora dovea facilmente accadere. Egli parafrasò ancora il trattato di Archimede degli Equiponderanti, e scrisse un trattato, che sol dopo la sua morte venne alla luce nel i(5i5, intorno alla cochlea del medesimo Archimede. Delle quali opere di Guidubaldo veggasi il Montucla, che ne parla più a lungo, e ne rileva i pregi senza dissimularne i difetti. E poichè qui si è fatta menzione della cochlea d’Archimede, non deesi passar sotto silenzio ciò che narra il Cardano, cioè che un certo Galeazzo de' Rossi ferraio milanese, senza saper nulla dell invenzion di Archimede, trovò da se stesso e lavorò un tale stromento, e che credendo di esserne il primo inventore, ne fu lieto per modo che impazzì: Galeaz de Rubeis civis noster faberque ferrarius,