Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 2, Classici italiani, 1824, XI.djvu/301

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SECONDO QOI singoiar maestria. Essendosi poi trovate in Firenze alcune altre tavole a quest’opera appartenenti, queste ancora furono incise, e di esse con alcuni altri opuscoli si fece un’Appendice alla Metallotheca, che fu stampata in Roma nel 1719. Di questo dotto scrittore si avean già alle stampe alcune Considerazioni e Rimedii per tener lontanai per curar la peste, pubblicate nel 1576, e il Trattato degli Obelischi, stampato nel 1589, a cui aggiunse l’anno seguente alcune Considerazioni sopra gli Avvertimenti da Latino Latini fatti intorno a quel libro. Se ne hanno per ultimo due lettere all’Aldrovandi (Vita delPAid. p. 2.J9), dalle quali raccogliesi ch’egli era ancora attento raccoglitore di semplici, e che l’Aldrovandi avea di lui molta stima. XII. Tutti gli scrittori finor ricordati avean preso ad illustrar qualche parte di questa vastissima scienza. Niuno avea ancora ardito di darci un intero e compiuto corso di storia naturale che tutte ugualmente le parti ne comprendesse, e tutte quante sono le produzioni della natura descrivesse minutamente. Era ciò riservato ad uno de’ più gran genii che avesse in questo secol l’Italia, e di cui non v’era stato ancora il più dotto e il più laborioso scrittore. Parlo del celebre Ulisse Aldrovandi, uomo che parve dal ciel destinato a squarciare il gran velo fra cui avvolta stavasi la natura, e a scoprirla, qual ella è, agli occhi degli uomini. Io non dovrò affaticarmi molto nel ricercarne la vita, poichè già l’abbiamo con singolare esattezza descritta dal sig co Giovanni Fantuzzi, e stampata in Bologna nel 1774 quasi per Tiraboscui, Voi. XI. 19*