Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 3, Classici italiani, 1824, XII.djvu/428

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l58o LIBRO piamente si adoperasse a giovamento spirituale dei’ Fiorentini ch erano in quella città, e a tener da essa lontane le recenti eresie, con qual onore gli fossero celebrate da que' cittadini solenni esequie, si può veder nelle testimonianze degli scrittori di que' tempi, recate da’ PP. Quetif ed Echard (Script Ord. Praed. t 2, p. 1 1 \) y i quali ancora ci danno più distinte notizie di questo dottissimo uomo, e accennan la Vita che ne scrisse Guglielmo Pagnini di lui parente, stampata in Roma nel 1653, e annoverano esattamente tutte le opere da esso composte, eie diverse loro edizioni. Tra più benemeriti della lingua santa, fu ancora D. Marco Marini bresciano canonico regolare della Congregazione di S. Salvadore, di cui non mi farò a scrivere stesamente la Vita, poichè già l’abbiamo scritta con molta esattezza ed eleganza dal P. abate Gianluigi Mingarelli dello stesso Ordine, e premessa a’ Comenti letterali su i Salmi dello stesso Marini, da lui la prima volta pubblicati in Bologna nel 1748 Del Marini abbiamo una Grammatica ebraica stampata in Basilea nel 1:180, e un copioso Lessico, ch è in molta stima presso gl'intendenti di quella lingua, intitolato Arca Noe, pubblicato nel 1593, Il concetto con cui egli era d'uomo in essa dottissimo, il fè chiamare a Roma da Gregorio XIII che gli diè rincarico di emendare i libri de’Rabbini, gli assegnò un'annua pensione, e gli proferì ancora più vescovadi da lui sempre rifiutati; e altre opere si apparecchiava egli a scrivere, quando fu dalla morte rapito in Brescia nel 15<)4 in età di circa cinquanlatrè anni. A questi più