Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 3, Classici italiani, 1824, XII.djvu/534

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» LIBRO CiOrfu, 11011 furono intcriori al pidrc in in rcgno, e il superarono nel saggio uso che sepper farne, e le lor Rime sono state aggiunte nella mentovata edizione di Bergamo a quelle del lor zio Domenico. Le Rime di Alvise Priuli vennero a luce nel 1533, e quelle di Giovanni Vendramini nel 1553. Più celebre ancora fu il nome di Girolamo Molino, le cui Rime furono pubblicate nel 1563, quattro anni dappoichè egli era morto; perciocchè al valore del poetare in lui si congiunse una rara modestia, e una splendida liberalità a favore de’dotti, di che veggasi la Vita che di lui scrisse Giammario Verdizzotti, che va innanzi alle Poesie dello stesso Molino. Liete speranze dava ancor Jacopo Zane, di cui si hanno alle stampe le Rime 5 ma la morte il sorprese nel 1560, mentr’ ei non contava che trentun anni di età. Di lui ragiona distesamente il P. degli Agostini (Scritt. Venez. t. 2, p. 58 2, ec.). Al tempo medesimo fiorirono Jacopo e Tommaso Mocenighi fratelli e colti poeti, le cui Rime furono la prima volta raccolte e stampate in Brescia nel i-5(3. Alquanto più tardi vissero Pietro e Francesco Gradenigo j e toccò ancora qualche anno del secolo susseguente Orsatto Giustiniani, morto, secondo Apostolo Zeno (Note al Fontan. t. 1. p. 493), nel settembre del 1603. Le Rime di esso furono stampate nel 1600, insieme con quelle di Celio Magno veneziano esso pure, ma non patrizio, e morto circa il 1602 • e amendue questi poeti sono rimirati e come due de’ migliori imitatori del Petrarca, e come gli ultimi sostenitori del buon gusto