Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 3, Classici italiani, 1824, XII.djvu/611

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TERZO 1763 o commendatario (')? Certo, riguardo a quella di S. Salvador di Vaiano, in un monumento citato dal Manni, egli è detto usufructuarius et perpetuus administrator Abbatia S. Salvatoris de l'ajatio Ordinis Vallis Umbrosa. Io desidero che gli eruditi Fiorentini esaminino di nuovo un tal punto, e decidano la quistione. Nella sopraccennata lettera all Aretino, ch è scritta da Prato a" 5 di ottobre del 1541, ei duolsi di una lunga sua malattia di undici anni, che ivi lo avea rilegato, e da cui solamente allor cominciava a rimettersi. E forse fu questo il male a cui egli allude nel suo poco onesto capitolo del Legno santo. Se il Firenzuola ricuperò allora la sanità, ella non fu molto durevole; perciocchè, comunque non sappiasi precisamente il tempo in cui egli venne a morire, è certo però, che nell an 1548 già da (*> Ilo recate qui le ragioni per le quali ho dubitato che il Firenzuola non fosse abate regolare, ina solo commendatario. Confesso nondimeno che mi fa molta forza in contrario il decreto della elezione di esso fatta alla badia di Spoleti nel capitolo da que’ monaci tenuto nella badia di Passignano, che si accenna nella Vita del Firenzuola, premessa all’edizione dell’Opere del medesimo l'atta nel 1763 (p. 19), e il vederlo nominalo abate di Santa Prassede in Roma, che non fu mai badia data in commenda, nell’iscrizioni- da lui ivi posta ad Alessandro Bracci, e ivi pur riportata (n. 14). Ln più diligente esame ile" monumenti che a lui appartengono, potrà decidere la quistioue. Deesi avvertire che la prima edizione fu fatta nel 1723, e che fu ripetuta nel 1^63 in Venezia dal Coloinbani, colla data di Firenze, cui poscia nel 1766 si aggiunse un piccolo tomo iv di cose inedite.