Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 3, Classici italiani, 1824, XII.djvu/627

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TERZO *779 e oltre gli studi poetici, coltivò ancora quello della lingua italiana, e ne pubblicò nel 1555 le Osservazioni gramaticali e poetiche, nelle quali accenna di avere alcuni anni prima intrapreso a scrivere in terza rima gli amori e le guerre di Cesare (p. 132), la qual opera non fu forse da lui finita. Nelle medesime Osservazioni due lettere ha egli inserite contro i nuovi versi dal Tolommei introdotti nella Volgar Poesia (p. 238, ec.). Nello stesso genere esercitossi Andrea Calmo veneziano, morto in Venezia a’ 22 di febbraio del 1571 (Zeno, l. c. p. 383), le cui Egloghe pescatorie furon pubblicate in Venezia nel 1553. Ei fu autore innoltre di alcune commedie in prosa e di alcune lettere; e in tutti questi libri usò egli con molta grazia sì in verso che in prosa del natio suo dialetto. Anche Giulio Cesare Capaccio napoletano ci diede nel 15<)S alcune Egloghe pescatorie. Sopra tutti però ottenne in questo genere di poesia molto nome Berardino o Bernardino Rota napoletano, cavaliere dell’Ordine di S. Jacopo, e segretario della città di Napoli. Egli è da alcuni creduto inventore delle poesie pescatorie; ma il Zeno ha fatta palese la.falsità di questa opinione (ivi, p. 449» PC-)j e *1 Tafuri, che aveala prima seguita, modestamente l’ha ritrattata (Scritt. napol. t. 3, par. 2, p. 423, ec.). Ei fu felice e colto scrittore di poesie non solo italiane, ma anche latine; e come nelle prime meritossi gli elogi del Caro (Lettere, t. 2 lett. 43, 13(»), così per le seconde ebbe a suoi lodatori Paolo Manuzio (l. 8, ep. 11) e Pier Vetrori (Epist. l. 5). Ebbe a sua moglie Porzia