Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 3, Classici italiani, 1824, XII.djvu/629

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TERZO I781 lettere o nelle scienze, e lasciando in disparte la Battaglia gramaticale tradotta in ottava rima dal latino di Andrea Guarna salernitano, e l’Origine de' volgari proverbi di Luigi Cinzio de Fabbrizi, opere di niun pregio, due Poetiche in versi italiani ebbe questo secolo; la prima, di cui non si vide che il primo libro stampato in Piacenza nel 1549, e che credesi opera del conte Costanzo Landi, come abbiamo osservato di lui trattando tra gli scrittori di storia; l’altra di Girolamo Muzio in versi sciolti, che venne a luce in Venezia nell anno 1551, insieme coll’altre Rime di esso. E questa, oltre l’essere scritta non senza eleganza, pe’ saggi precetti che in sè racchiude, fu allora accolta con molto plauso, e anche al presente si può legger con frutto. La fisica, l’astronomia, la storia naturale, ch ebbero alcuni egregi scrittori di poesia latina, come vedremo nel capo seguente, pochi e di non molto valore ne ebbero nell’italiana; e ciò avvenne probabilmente, perchè essendo costume de’ professori di trattar tali scienze in latino, credettesi che la lingua italiana non fosse ad esse opportuna. Furon nondimeno colti ed eleganti poeti Giuseppe Cantelmi napoletano duca di Popoli, e F. Paolo del Rosso fiorentino cavaliere gerosolimitano. Del primo, oltre altre Poesie che si hanno alle stampe, rammenta il Quadrio (t.6,p. 29) un’opera manoscritta in versi sciolti, intitolata Della Meteora tratta da Aristotele. Del secondo si ha alle stampe la Fisica, da me non veduta; e un codice ms. di Rime inedite se ne conserva nella libreria Nani in Venezia (Codici mss. della