Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 3, Classici italiani, 1824, XII.djvu/697

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TERZO 1849 di avere ne’ suoi primi anni conosciuto l’abate Francesco Carretta modenese allora assai vecchio, e ch era stato a’ servigi del celebre Alessandro Tassoni, e perciò assai vicino a tempi del Tasso e che questi narrava di aver udito che il Tasso trovandosi un giorno alla corte innanzi al duca e alla principessa Leonora di lui sorella, e non sapendo frenar l’ amore di cui per essa ardeva, a lei accostatosi con trasporto, baciolla in volto, e che il duca con saggia moderazione rivolto a’ suoi cortigiani, Vedete, dicesse loro, quale sventura che un sì grand'uomo sia in questo punto impazzito e che indi per salvare sotto tale pretesto il Tasso, il facesse rinchiudere nel suddetto spedale. E che il Tasso nudrisse in seno non leggier fiamma d’ amore per quella principessa, oltre che ne fan fede le Rime in onor di essa composte, si dava di frenesia c di furore, cagionati in gran parte da molti invidiosi e nimici rii’egli avea in quella corte, fra’quali era quel Maddulò, di cui l’abate Seraasi non ha potuto trovar notizia chi fosse, e che io ora pe’ lumi nuovamente scoperti, e comunicatimi dal chiarissimo sig. dottor Antonio Frizzi segretario della città di Ferrara, posso indicare che era Maddalb, o Mcdaglio de" Frecci, che lìn dal i556 era notaio in Ferrara, e impiegato negli atti pubblici di quella corte; col qual maligno uomo però si compiace il suddetto dottor Frizzi di non avere alcuna relazion di famiglia. Delle contese che il Tasso ebbe colf Accademia della Ciaisca, parla anche il eh. sig. conte Galeani Napione di Cocconato poc'anzi lodnto, il quale osserva eli esse ebbero in gran pailc origine dalle controversie di preminenza che la corte di Firenze avea allora con quella di Ferrara (Di' Pregi della lingua ital. t. i, p. 79, ec.). Ti 1; a boschi; Voi. 44