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TERZO 2oj5 dell’origine della Filosofia, una Gramatica latina e più altre opere, altre stampate, altre inedite, delle quali ci ha dato il catalogo il suddetto P. Capponi. XXXII. Più assai però che alle sue opere , dee Giannantonio Flaminio il nome di cui gode tra’ dotti, a Marcantonio suo figlio, natogli in Seravalle nel 1498. Egli stesso il venne attentamente formando alla pietà non men che alle lettere greche e latine, e vedeva con incredibil piacere le liete speranze che di sè dava quel suo caro fanciullo, e la felice disposizione che avea singolarmente sortito per la poesia latina. Così egli il tenne presso di sè ora in Seravalle, ora in Imola sua patria, ove frattanto avea fatto ritorno, fino al 1 £> 14 5 nL‘l qual anno volendo egli inviare al nuovo pontefice Leon X alcune sue poesie (*), scelse a ciò fare il suo figlio, giovinetto allora di sedici anni, e gli ordinò che con quelle del padre offrisse ancora al pontefice alcune sue poesie, e lo accompagnò con sue lettere al papa stesso e al Cardinal Marco Cornaro. Nella sua lettera al cardinale scritta al 1 di maggio del dotto anno, Alisi liac de caussa, scrive (I. A. Flambi. Epist. I.2 , ep. 5), AI. Antonium Eia-: minium filium me uni, (pii et ipsc Sylva rum (*) Il titolo di Silvae dato da Giannantonio Flaminio al libro che il giovinetto Marcantonio suo figlio presentò al pontefice Leon X, mi ha fatto credere eh* esse fossero poesie. Ma essa fu f opera da me poi rammentata più sotto intitolata Annotationum Silvae, di cui ha pubblicato un frammento monsig. Gradenigo, e di cui il ch. sig. d Jacopo Morelli, che ne ha un antico esemplare, ci fa sperare una compita edizione