Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 4, Classici italiani, 1824, XIII.djvu/118

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qo8o libro detto altrove (l. i, c. I\). Dal servigio del Sauli passò il Flaminio a quello del datario Giberti e con lui per qualche tempo fu in Padova! ove è verisimile eh1 ei profittasse del sapere di’ tanti celebri professori che ivi erano allora: Questa mattina, scrive Romolo Amaseo da Padova a’ 18 di settembre del 1524 (Vita Rom. Amas. p. 210), hanno pranzato con me M. Marcantonio Flaminio e M. Giulio Cammillo; io li ho fatte carezze, sì per /’amicizia ver chia, come perchè il Flaminio al presente sta con Mons. Datario. Il servigio del Giberti t raticnnelo alcuni anni in Verona; ed ei godeva ancora di passar qualche tempo in una amena villa alle rive del lago di Garda, ove f ottimo suo padrone aveagli fatto dono di un delizioso podere (Flamin. l. 5, carm. 20). Ei fu nondimeno ancora per qualche tempo in Roma , e alcuni versi ci indicano di’ ci vi giugnesse poco innanzi al famoso sacco del 1527 (ib. carm. 35), a cui però non sappiamo se si trovasse presente. Mentre egli era al servigio «li quelf illustre prelato , si diede a parafrasare in prosa latina il libro XII della prima filosofia , ossia della Metafisica d’Arislotile, eli’ egli pensava di dedicare al Giberti, ma che per consiglio di esso egli poi dedicò al pontefice Paolo III. La prima edizione che suol citarsene* è quella di Basilea del 1537. Ma è certo che fin dall’anno precedente già se n’era cominciata l1 edizione in Venezia. Ne abbiamo un’indubitata testimonianza in una lettera del Cardinal Cortese , allora abate , scritta al cardinale Contarini da Venezia agli 8 di marzo del /