Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 4, Classici italiani, 1824, XIII.djvu/157

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TEMO a 1 19 vescovo il1 Alba. Intorno a cbe però io non oso decidere cosa alcuna. XL11. Io ho successivamente accennate quasi tutte le opere dal Vida composte, nè entrerò a riferire minutamente le lettere e le brevi poesie che se ne hanno qua e là disperse, e altre opere che senza ragione gli vengono attribuite , o che furono da lui composte, ma or più non si trovano; intorno a che ci danno lumi bastevoli i Volpi nella bella loro edizione, e l’Arisi; presso i quali si vedranno ancora raccolti gli elogi che del Vida han fatto quasi tutti gli scrittori di que’ tempi. Quelle che maggior fama ottennero al Vida, furon i sei libri della Cristiade, i due pometti del Baco da Seta e del Giuoco degli Scacchi, l’Arte poetica, gli Inni sacri, ed altre Poesie latine di diversi argomenti. Già abbiam veduto che il Sadoleto, parlando dei versi del Vida, afferma che niun più di lui accostavasi alla maestà e alla gravità degli antichi. E veramente non vi ha forse poeta di quell’età , che tanto sappia, per così dir, di Virgilio, quanto il Vida, il qual ben si vede che tutto formossi su quel modello, e si studiò di ritrarne in se stesso i più minuti lineamenti. Ma ciò è appunto che da alcuni gli si volge a delitto; e il primo ad accusarnelo fu il Giraldi, il quale, dandogli luogo nella serie de’ più illustri poeti, il loda altamente , ma in modo che sembra aver dell’ironico , e par che in somma ce lo dipinga come un plagiario ed espilator di Virgilio, ed insieme come uom superbo e gonfio di se medesimo: Admirari ego solco, dice egli (De Poet. suor, tcinjy. 4