Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 4, Classici italiani, 1824, XIII.djvu/165

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TERZO 3I37 avcane ricevuti: Decennium sum apud vos P. C. Qui annus fuit, quo non fuerim vestris beneficiis cumulatus? Primun Regiis liters per vos ex Hetruria fui accitus ampio stipendio constituto; deinde privilegio honestatus , datis immunitatibus, postea stipendio auctus; postremo cum consenuissem, rationem habuistis senectutis et infirmae valetudinis meae (Miscell, Coll. rom. l. cit. p. 173). Pare che nel 1565 vi fosse qualche trattato di chiamarlo a Bologna (V. Fantuzzi, Vita di Ul A biro v. p. 216), il (quale però non ebbe effetto; e il Paleario continuò a stare ed insegnare in Milano. Ma mentre ei godeva tranquillamente di tali onori, rinnovatesi contro di lui le accuse di eresia, e citato perciò a Roma, fu stretto in carcere, ove convinto di aver sostenute e insegnate molte opinioni de’ novatori, a’ 3 di luglio delf anno 1570, dopo avere ritrattati i suoi errori, e dopo essersi disposto piamente alla morte, fu appiccato, e il cadavere ne fu dato alle fiamme. Intorno a che veggasi i monumenti prodotti prima dal P. Lagomarsini (Not. ad Epist Pogian. t. 2, p. 188), e poscia dall’abate Lazzeri (l. cit p. 184) che ha ancor pubblicate le lettere da lui negli estremi momenti scritte alla sua moglie e a’ due suoi figli Lampridio e Fedro. XLV. Tal fu l’infelice fine della vita di un uomo degno di miglior sorte Il suo poema dell’immortalità dell’anima, diviso in tre libri, è uno de’ più bei monumenti della poesia latina di questo secolo; così ne è colto lo stile, leggiadre le immagini, ammirabile la varietà in sì