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TERZO 2155 Pier Vettori, in cui gli narra di esser venuto a Ferrara, solo per udire il Maggi (uomo, dice egli, di gran senno e di eccellente dottrina) spiegar (que’ libri, poichè non v’era in Padova chi gli spiegasse (Cl. Viror. Epist ad P. ì 7ctor. t. 1. p. 54). Si fece poscia a interpretar la Poetica del medesimo autore. Quindi Bartolommeo Ricci, scrivendo al principe Alfonso figliuol del duca Ercole II, il prega a fare in modo che il Maggi, il quale avendo compito il tempo alla sua lettura prefisso, potea partir da Ferrara, non abbandonasse quella università; e dice che viveano bensì allora molti illustri filosofi, come il Boccadiferro, il Genova, il Porzio, ma che il più dotto di tutti era Vincenzo, e ch’era egli il primo che avesse pubblicamente interpretata la Poetica d’Aristotele (Riccii Op. t. 2, p. 47)- Questa lettera non ha data , e non sappiamo a qual anno appartenga, e ignoriam parimente se il Maggi partisse da Ferrara per qualche tempo (*). Nelle (*) L’anno in cui il Maggi da Padova passò a Ferrara , e il motivo per cui egli vi fu condotto, confermasi da una lettera del duca Ercole II a certo M. Jacopo che dovea essere suo ambasciadore in Venezia, la qual conservasi in questo ducale archivio, e che è troppo onorifica al Maggi, perchè possa essere qui tralasciata. Mag. Jac. Noi hi ivano conduci o In Excel lente Ms. Vincenzo Maggi, havendo ottima relazione de la dottrina et virtù sua, principalmente perchè l’abbia ad insti lui re. il Principe nostro figliolo , poi per leggere Filosofia in questo Studio, et per servirmene in altre mie occorrenze, secondo che porterà il tempo. Et ne rendemo certo , che la Se re ni.ss. Signoria non solo sia per contentarsene , ma anche per aver piacere, clic