Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 4, Classici italiani, 1824, XIII.djvu/20

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I982 LIBRO aver luogo tra gli uomini dotti. Ei volle poscia provarsi ancora alla poesia, e, oltre alcuni brevi componimenti, pubblicò un poemetto latino in lode di Genova, in grazia del Cardinal suo padrone. Un altro più ampio poema avea egli intrapreso, che non potè condurre a fine, sull’argomento medesimo, che fu poi sì ben maneggiato da Torquato Tasso; e il Cotta afferma che anche il Cattaneo avea preso a scriverlo in ottava rima (Museo novar. p. t'jS). Ma la maniera con cui ne parlano il Giraldi (l. c. p. 540) e il Giovio (Elog. p. 49)mi persuade ch'esso pure fosse in versi latini. Altre notizie intorno al Cattaneo e alle opere da lui o pubblicate, o non finite, si posson vedere presso i tre suddetti scrittori. Antonio Lelli romano ci vien dall’Arsilli dipinto come poeta ardito e mordace, Tommaso Pietrasanta come limatore diligentissimo delle sue poesie, Evangelista Fausto Maddaleni di patria romano, come tenero e dolce poeta; e di quest’ultimo dice il Giraldi (l. c. p. 544) che avrebbe fatti nel poetare più felici progressi, se la moglie e le domestiche cure più che le Muse non l’avesser occupato. Loda poscia F Arsi Ili il celebre Baldassar Castiglione, le cui Poesie latine non son veramente inferiori ad alcuna di quelle di questo secolo; ma di lui si è parlato a lungo tra’ poeti italiani. Si loda indi dall’Arsilli come dolce ed elegante poeta un Mellino Romano, della qual famiglia furono al tempo medesimo tre fratelli, Girolamo che, mentre dava di se stesso più liete sperauze, fu da immatura morte rapito nell’età di soli ventiquattro anni; Pietro,