Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 4, Classici italiani, 1824, XIII.djvu/284

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2246 LIBRO opera di somigliante argomento, cioè un Comento su’ tre primi libri della Politica d’Aristotele in lingua italiana, avea egli scritto di cui parla con molta lode il Pigna in una sua lettera scritta nel 1569), dicendo che poco prima della sua morte aveagli ciò narrato il medesimo Cavalcanti , e aggiugnendo eh1 egli temeva ch’essa cadesse nelle mani di qualche plagiario (Cl. Viror. Epist. ad P. Victor, t. 2, p. 41 Ei tradusse innoltre dalla lingua greca nell’italiana la Castrametazion di Polibio. A lui per ultimo fu attribuito da alcuni il giudizio sopra la Canace di Sperone Speroni; ma già abbiamo altrove avvertito che non v’ lia argomento che basti a provarlo. XVIII. Io potrei ancora continuare per lungo tratto a far menzione di molti altri che o insegnando dalle cattedre, o dando l’opere loro alla luce, promossero gli studj dell’eloquenza. Ebbe gran nome al principio del secolo Filippo Beroaldo bolognese, detto il giovane a distinzione del vecchio, di cui nel precedente tomo si è detto, che dopo essere stato per qualche tempo professore di belle lettere neh f università della sua patria, fu chiamato al medesimo impiego alla Sapienza di Roma sul principio del secolo, indi nel 1516 eletto bibliotecario della Vaticana, e morì poi dopo due soli anni nell’agosto del 1518. Di questo autore ha parlato a lungo il conte Mazzucchelli (Scritt. ital. t. 2, par. 2, p. 1017), e alcune altre notizie ce ne ha date il sig. abate Laneellolti nelle sue Memorie della Vita di Angiolo Colocci (p. 5a, cc.), e qualche altra cosa