Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VII, parte 4, Classici italiani, 1824, XIII.djvu/81

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I / TERZO • 2043 I ^ncbe Adriano VI, benché non facesse gran ,conto degli oratori e de’ poeti, dal delto vcI jcovado il trasferì a quel di Cremona, ccdu-, i j0gli dal cardinale suo zio, che fu promosso all arcivescovado di Ravenna. E di ciò si trova menzione in una lettera di Baldassar Castiglione a M Andrea Piperario, scritta da Mantova a’ 7 di marzo del 1523: Pregovi ancor, se succederà quello, che mi scrivete del Vescovato di Cremona, in persomi del V2Scovo di Cadice, me ne avvisate, perchè io lo desidererei molto per l affezione e servitù, ch’ io porto al prefato Vescovo, ec. (Lett, di Negaz. t. 1, p. 102). Clemente VII, appena eletto pontefice, sulla fine dell' anno stesso lo nominò suo segretario insieme col Sadoleto; del che non ci lascia dubitare una lettera di Girolamo Negri de 2 di dicembre del detto anno, ove però benchè lodi FAccolli come giovane di venticinque anni, ma ben dotto e da bene (Lett. de Principi, t. 1, p. 119), dice però ch’egli crede che in confronto del Sadoleto ei sarà, come il console Bibulo in confronto di Cesare; espressione, come ottimamente riflette monsignor Buonamici (De cl. Pontif Epist. Script, p. 85, ed. 1770), che nè alle virtù del Sadoleto nè al talento dell’Accolti non si conveniva. Nel 1524 cambiò a vicenda col zio il vescovado di Cremona, ed ebbe ancora l’amministrazione di alcune altre chiese nel regno di Napoli, e la badia di S. Bartolommeo nel Bosco di Ferrara. A’ 3 di maggio del 1527, cioè tre giorni innanzi al memorabil sacco di Roma, fu dallo stesso pontefice annoverato tra’ cardinali. Di ciò che avvenissi