Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VIII, parte 1, Classici italiani, 1824, XIV.djvu/121

Da Wikisource.

PII IMO 1CMJ rimase priva della biblioteca con regal lusso già cominciata da Alfonso II , come a suo luogo si è detto. Ma qualche compenso ne ebbe nella numerosa copia di libri da Marcaurelio Galvani giureconsulto ferrarese donata a’ PP. Teatini verso la metà di questo secolo (Borsetti, Hist. Gymn. Ferr. t. 2, p. 233), e nella nuova fabbrica di quella de’ Carmelitani, da noi mentovata altrove, fatta dal P. Sigismondo Gnoli priore di quel convento nel 1657. In Ancona osservò il Montfaucon il museo di antiche medaglie e di altri monumenti di Cammillo Pighi (Diar. italic. p. 102). Nè altra cosa memorabile io trovo che da que’ dotti viaggiatori o da altri ci si additi in queste provincie (a). (a) Non dovea passarsi sotto silenzio una nuova pubblica biblioteca aperta in itimi ni al principio del secolo xvii. Ne fu fondatore il dottor Alessandro Gambalunga nobil riminese, che nel suo testamento, fatto l’anno 1619, fece dono a (quella città della sua biblioteca, e assegnolle innoltre un’annua dote di cento dobble per 1" acquisto di uuovi libri, e un onorevole stipendio al bibliotecario che dovea averne cura; e volle che fosse aperta ogni giorno ad uso de’ cittadini. L’intenzione del testatore fu fedelmente eseguita, e la libreria Gambalunga è venuta col volger degli anni crescendo per modo, che può annoverarsi tra le primarie dello Stato pontificio. E ad accrescerle nuovo lustro, il sig. cardinat Garampi benemerito protettor delle scienze e degli studi, e di quel singolarmente della sua patria, ha fatto dono alla biblioteca medesima di un pregevol papiro del sesto secolo. Le quali notizie mi sono state trasmesse dal sig. cancelliere Epifanio Brunelli che da più anni vi sostiene l’impiego di bibliotecario.