Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VIII, parte 1, Classici italiani, 1824, XIV.djvu/185

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r SECONDO 1^3 J r opere lasciate imperfette dal famoso Aldovrandi, perciocchè il nome dello Scacchi non si vede nelle opere postume di quel grande scrittore; ma ben vi si veggono que’ di Cornelio Uterverio, di Girolamo Tamburini, di Tommaso Dumpstero, di Bartolommeo Ambrosini e di Ovidio Montalbani. La seconda è che ei fosse professore di teologia in quella università collo stipendio di 200 scudi; perciocchè da ciò che narra il medesimo Eritreo, sembra raccogliersi che ciò accadesse prima del 1623. Or l’Alidosi, che fino a quest’anno conduce la sua serie de’ professori, dello Scacchi non fa menzione. Dopo aver insegnato in molti conventi del suo Ordine, Urbano VIII chiamollo a Roma, e lo sollevò all’onorevole impiego di sagrista del palazzo apostolico, cui egli tenne per 15 anni. Ma egli poscia cadde in disgrazia al pontefice stesso, sì perchè sotto pretesto di sanità abitar non voleva nel Vaticano, sì perchè parlava talvolta troppo liberamente di ciò che nello stesso pontefice gli dispiaceva. Quindi presa l’occasione del chiedere ch’ei facea qualche sollievo alla sua età avanzata, il papa , a cui fu fatto credere che lo Scacchi avesse dimesso l’impiego, conferillo ad un altro; di che egli tanto rammaricossi che, venduta la sua libreria , in cui speso avea fino a 6000 scudi, ritirossi a Fano, ove poscia morì in età di circa 70 anni nel 1633. L’opera per cui egli deve avere in questa Storia luogo onorevole, è intitolata: Sacrorum Eleocìtri sma funi Myrothecium Sacro-prophanum, ed è divisa in tre tomi stampati in Roma dall’anno 1625 al 1637. In essa con molta e