Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VIII, parte 1, Classici italiani, 1824, XIV.djvu/219

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SECONDO 207 P. Cristiano Lupo colà venuto dalla Fiandra 3 e come questi ammirò il molto sapere in quell1 età giovanile del Noris, così il Noris al vedere gli onori che da ogni parte rendeansi al Lupo, sentì accendersi in cuore un ardente desiderio d1 imitarlo. Tutto dunque si volse allo studio dell’ecclesiastica erudizione, unendovi però insieme ancor la profana, e prefiggendosi a modello de’ suoi studi il celebre suo concittadino e correligioso Onofrio Panvinio. Dopo avere in diverse città, e in Padova singolarmente, letta la filosofia e la teologia a’ suoi religiosi, fu onorato in Roma dell’impiego di qualificatore del S. Ufficio. Ma egli bramava impiego e soggiorno men rumoroso e più adattato a’ suoi studi. Cercò dunque e ottenne per mezzo del Magliabecchi suo amicissimo di essere nominato professore di storia ecclesiastica nell1 università di Pisa colf annuo stipendio di 360 piastre 3 e colà trasferitosi, vi tenne la sua prima lezione a’ 5 di marzo nel 1674. Ivi però avvidesi presto che non potea avere tutto quell’agio a studiare, di cui erasi lusingato: Povero ine! scrive egli al Magliabecchi a’ 2 di aprile dell’anno stesso (cl. Vun et. Ep. ad Magliab, t. 1, p. 39), ho consumato ore quattro a imparare a memoria la lezione di dimani de abdicatione Diocletiani. Sono tornato all età puerile; ma se allora io erravo, v erano 10 o 12 sferzate: ora però quattro solenni fischiate dall’Uditorio. Continuò nondimeno per molti anni a leggere da quella cattedra, onorato dal gran duca Cosimo III e dal Cardinal Leopoldo de’ Medici, nel cui ricco museo di antichità trovò