Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VIII, parte 1, Classici italiani, 1824, XIV.djvu/36

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a4 LIBRO perhumaniter ad colloquium admissi, pietatem ejus divinarumque rerum studium mirati sumus. Is rem literariam pro virili fovet; eruditos quosque ex variis orbis partibus magnis stipendiis evocat; quo factum, ut nusquam per Italiam tot homines variis disciplùiìs eoe cult i, quot in ditionis suae terris, compareant In penitiore palatii sui conclavi SS. Patrum opera deprehenduntur , eorumque assidua tractatione vivendi pariter subditosque regendi normam mutuantur. Beneficietia et humanitate nemini Principum concedit, proborum perfugium, litteratorum patronus , animo vere regio instructus. Is nos xeniis nullisque non benevolentiae signis ac officiis exoneravit Egli ebbe il dolore di perdere nel 1713 il gran principe Ferdinando suo primogenito che dava le più belle speranze di non cedere ad alcuno de’ suoi più illustri antenati nel protegger le scienze, e di veder perduta ogni speranza di successione anche nell’altro suo figlio Giangastone, che poscia gli succedette, e che, se tutte non imitò le virtù del padre e dell1 avolo suo, nell1 amore perù e nella magnificenza verso de’ dotti si mostrò degno erede de’ suoi maggiori. E ciò basti aver detto de’ Medici, de’ quali tanto si è già scritto da altri, che noi possiamo correr di volo sulle lor tracce, additando sol le sorgenti da cui si possono trarne più ampie e più minute notizie (a). (a) Intorno a’ Medici e al loro zelo nel promuover le scienze, si può ancora vedere la recente Storia del Gran Ducato di Toscana del sig. Galluzzi.