Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VIII, parte 1, Classici italiani, 1824, XIV.djvu/77

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LIBRO 05 il primo ristoratore dell’italiana sacra eloquenza. Dovrassi dunque esaminare come accadesse che, non essendo allora unanimi i Gesuiti nello stile delle opere loro, sì in prosa che in verso, fossero unanimi in insegnar agli altri lo stil gonfio e scorretto che tanto allor dominava; e come dalla sorgente medesima della corruzione uscisse P antidoto che cominciò a ripararne i danni. Finalmente converrà esaminare come avvenisse che, essendo in molte città d’Italia le pubbliche scuole affidate ad altri maestri, in esse ugualmente si spargesse la corruzione del gusto, che in quelle nelle quali insegnavano i Gesuiti. Queste riflessioni a me sembran provare con evidenza che non solo non furono i Gesuiti i primarii autori del reo gusto, ma che in niun modo si può ad essi attribuire tal colpa; e che soltanto molti di essi si lasciaron travolgere dalla corrente, e si uniron cogli altri a diffondere e a promuovere quel guasto stile per cui vedean tanto lodati ed ammirati coloro che ne erano stati i primi propagatori. Ma, come ho detto, non voglio su ciò trattenermi; e passo invece a ragionare delle accademie, intorno alle quali potremo forse con maggior piacere occuparci. Vili. Niuna fra le città d’Italia avea avute nel secolo precedente accademie per numero e per fama sì rinomate, quante Roma. E anche nel secolo di cui scriviamo, e ne’ primi anni di esso principalmente, continuò essa ad avere in ciò il primato d’onore. Tre ne fiorirono ivi al principio del secolo , cioè quelle Tirabosciu, Voi XIV. 5