Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VIII, parte 2, Classici italiani, 1824, XV.djvu/157

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TEBZO 08I ancora In Poesie con dotte annotazioni, frutto del molto eli’ ci sapea nella lingua greca. Anche Lodovico Adi mari, che visse alquanto più tardi fino al 1691, fu colto ed elegante poeta, e ne ò in pregio singolarmente, oltre più altre poesie, la traduzione de’ Salmi penitenziali (ivi, p. 142). Il gran Galileo non isdegnossi di toccare la cetra , come a suo luogo si è detto, e toccolla felicemente, e buon poeta ancora fu Vincenzo figliuol di lui naturale (V. Salvini, Fasti consol. p. 438,- Codici mss. della Libr. Nani p. La Sicilia ancora produsse un leggiadro scrittore di canzonette anacreontiche, cioè Francesco Balducci palermitano, il quale, se negli altri generi di poesia non fu punto meno vizioso de’ suoi coetanei, in questo li superò di modo, che il Crescimbeni afferma (Stor. della volg. Poes. p. ifìi) eli’ ci non cede ad alcuno de’ più accreditati poeti. Le sue diverse, vicende concorsero a renderlo ancora più rinomato. Da varie sventure costretto ad abbandonare la patria, passò in Italia, indi, arrolatosi nelle truppe, in Allemagna. Quindi tornato a Roma , ebbe ivi quasi sempre stabil soggiorno, nè gli mancarono onori e premii. Ma egli uomo di umor bisbetico e facile all’ira, e oltre ciò prodigo scialacquatore, cambiò spesso padrone, nè mai trovò con chi fosse pienamente contento j si rendette famoso per l’intrudersi che facea alle mense de’ gran signori; e di esse ancora annoiato, si diè per compagno di tavola ad un barbiere che, non soffrendone la petulanza, cacciossel di casa} fu prigione pe’ debiti, e fu più volle malconcio di bastonale