Pagina:Tiraboschi - Storia della letteratura italiana, Tomo VIII, parte 2, Classici italiani, 1824, XV.djvu/410

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9^4 scienza della sacra Scrittura. Ma V. P reverendissima, che nell1 erudizion greca mi può essere maestra, avrà forse scoperto che οὐκ non è particola negativa, come noi ignoranti crediamo , ma affermativa; e che scientia Scripturarum non vuol già dire, ciò ch’io avea immaginato, la scienza delle sacre Scritture, ma che significa, com’ella dice, la teologia congiunta colf eloquenza. Come poteva io mai da me stesso arrivare a spiegazioni cotanto sublimi? E come poteva io mai immaginarmi che ad intendere il vero senso di un testo, convenisse ommetterne le prime parole? Due noterelle aggiunte da V. P. reverendissima alla pag. 169 e 174 ov’io accenno i pontefici che nel x secolo coi lor costumi mostraronsi indegni di quella sede che occupavano y 11011 fanno che citare il Cardinal Baronio; e come questi narra più a lungo ciò ch’io non ho che brevemente accennato, così io debbo renderle grazie che colla testimonianza di sì illustre scrittore abbia voluto confermare il mio detto. V. P. Reverendissima mossa dall’ardente suo zelo per la Chiesa romana, di cui ha sempre date sì chiare pruove, si sente penetrar da giusto dolore ogni qual volta si fa menzione dell1 ignoranza che anche in Roma trovavasi nel x secolo. E perchè io tanto meno zelante di V. P. reverendissima nell’accennare le invettive di un concilio di Rheims contro una tale ignoranza, ho detto che sembra ch’esse fossero suggerite dall’astio contro la Chiesa romana, quel sembra